di Sujen Santini
IL BENESSERE POSITIVO
L’attuale richiesta normativa di “evitare inutili sofferenze” si riflette nel concetto di benessere animale che sta alla base dei sistemi di valutazione oggi in uso che, di fatto, si concentrano sulla dimostrazione dell’assenza di malessere o di scarso benessere, creando potenzialmente un disallineamento tra ciò che si aspetta la società (una garanzia di buon benessere animale) e ciò che viene effettivamente fornito (l’assenza di problemi di benessere).
In un contesto di crescente preoccupazione pubblica relativa a questo argomento, la Commissione Europea ha fissato la revisione della legislazione sugli animali come una delle sue aree prioritarie nell’attuale ciclo politico, commissionando all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) pareri scientifici sulla definizione degli standard di valutazione. La visione dell’EFSA è quella di sviluppare nuove metodologie (quantitative e qualitative) per valutare il benessere degli animali destinati alla produzione alimentare entro il 2027 e di iniziare a raccogliere dati standardizzati per la Comunità Europea
entro il 2030.
Tra gli obiettivi c’è quello di integrare gli attuali sistemi di valutazione con il più recente concetto di Benessere Positivo: una evoluzione che trasforma la definizione tradizionale di benessere animale, inteso come eliminazione del dolore e della sofferenza, in un bilanciamento positivo dello stato affettivo e mentale dell’animale, in accordo con il suo sistema sensoriale, il suo etogramma di specie e le sue abilità cognitive ed emotive.
DALLE 5 LIBERTÀ AI 5 DOMINI
Un prerequisito per implementare il benessere animale positivo è aver affrontato le basi fondamentali secondo le “Cinque libertà” di Brambell, che l’EFSA definisce un primo passo essenziale prima di incorporare misure positive di benessere e fornire una “vita degna di essere vissuta”.
Il modello dei Cinque Domini è un modello composto appunto da cinque domini, o aree, che focalizzano l’attenzione su fattori o condizioni specifici che possono avere un impatto sul benessere di un animale. In particolare, si compone di quattro ambiti fisico/funzionali quali nutrizione, ambiente fisico, salute e interazioni comportamentali. A sua volta il dominio “Interazioni comportamentali” include tre categorie: interazioni con l’ambiente, interazioni con gli altri animali e interazioni
con l’uomo.
Questi domini, nel loro insieme, incidono sul quinto, quello affettivo e mentale: il risultato integrato di tutte le esperienze, positive e negative, rappresenta lo stato di benessere dell’animale.
COMPETENZA E AGENTIVITÀ
Gli indici di benessere nel dominio delle interazioni comportamentali si riferiscono tipicamente alla capacità di un animale di esercitare un’azione di controllo sull’ambiente circostante (inteso come ambiente fisico, altri animali e esseri umani) potendo compiere attivamente delle scelte impegnandosi in comportamenti volontari e finalizzati.
L’insieme delle esperienze comportamentali e cognitive, strumenti e strategie che un animale possiede in un determinato momento per gestire nuove prove è la competenza. L’animale è motivato ad investire energie e tempo per esporre se stesso a rischi di una certa gravità in modo da acquisire maggiori competenze utili per fronteggiare eventi inattesi che si presenteranno: la motivazione di un animale a comportarsi attivamente, al di sopra del livello di attività richiesto in quel determinato momento per aumentare il proprio livello di competenza è l’agentività la cui espressione produce uno stato emozionale positivo nell’animale poiché migliora lo stato di salute fisico e la sua fitness (salute fisica).
Questa attivazione emozionale positiva sarebbe segno di una presa di coscienza dell’animale, della competenza raggiunta e di una eccitazione conseguente a tale risultato.
Un esempio di comportamento che l’animale può compiere per aumentare la propria competenza mettendo in atto l’agentività è l’attività esplorativa che può essere di due categorie:
1.esplorazione estrinseca (comportamento appetitivo) in cui l’animale cerca informazioni sui rinforzi convenzionali
come il cibo;
2. esplorazione intrinseca che è diretta verso gli stimoli che potrebbero non avere alcun significato biologico, ulteriormente suddivisa in:
– ispettiva: l’animale ispeziona un oggetto particolare;
– inquisitiva: l’animale agisce per provocare un cambiamento nel suo ambiente, piuttosto che rispondere a un cambiamento.
L’agentività, espressa come gioco o esplorazione, migliora la coordinazione senso-motoria e crea una maggiore complessità neurale e motoria.
L’agentività e una caratteristica intrinseca del comportamento animale poiché l’ambiente naturale in cui si è evoluto è ricco e complesso e richiede quindi lo sviluppo di capacità di apprendimento associativo per sfruttare al meglio le risorse ambientali ed evitare i pericoli.
L’apprendimento può essere strumentale, ovvero in conseguenza ai propri comportamenti, oppure sociale, derivante cioè dall’osservazione dei conspecifici.
Ecco allora che l’arricchimento ambientale all’interno del sistema di allevamento assume valenza di arricchimento cognitivo senza il quale l’animale sperimenta noia, depressione e frustrazione che facilmente esitano nella manifestazione di stereotipie. Inoltre, questa circostanza porta ad un’incompetenza dell’animale a relazionarsi con l’ambiente, aumentando e paura ed ansia in occasione di cambia menti della routine, come movimentazioni, manipolazioni, visite cliniche, ecc.
L’ESPERIENZA MENTALE: BASI SCIENTIFICHE
Le esperienze mentali degli animali, come degli esseri umani, sono soggettive, nel senso che non possono essere osservati o misurati direttamente. Inoltre, a differenza degli esseri umani, gli animali non possono parlarci delle loro esperienze utilizzando un linguaggio condiviso.
Gli stati affettivi sorgono attraverso l’elaborazione neurale delle informazioni pervenute attraverso l’apparato sensoriale interno (ad esempio, stato di idratazione, livelli di glucosio, temperatura interna) ed esterno (ad esempio, visivo, olfattivo, informazioni su un conspecifico, informazioni meccaniche sulla struttura del substrato).
Negli ultimi anni, la ricerca sulle neuroscienze ha notevolmente aumentato la nostra comprensione dei processi cerebrali alla base della generazione di specifici stati affettivi consentendo di dedurre, seppur con cautela alcune esperienze affettive sulla base di specifiche esigenze interne (fisiologiche, fisiopatologiche, biochimiche, immunologiche, neurologiche) stati o comportamenti espressi, aprendo la strada all’individuazione di indicatori specifici.
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