Filiera integrata carne – latte

di Alessandro Franzoni, Sonia Rumi 

Gli approvvigionamenti di ristalli dalla Francia stanno diventando sempre più difficoltosi a causa del calo demografico delle vacche nutrici. Anche la gestione alimentare dei giovani bovini sta mutando a nostro sfavore: gli allevatori francesi, nel tentativo di vendere animali più pesanti e di massimizzare le crescite nei loro allevamenti, stanno usando diete molto più concentrate che poi sbarrano la strada a quelle crescite compensative di cui un tempo beneficiavano gli allevatori italiani.

Inoltre, il rimescolamento degli animali nei mercati francesi, lo stress da spostamento e le scarse profilassi vaccinali adottate dagli allevatori francesi determinano in molte partite di animali allevati un serio problema sanitario. La mortalità dovuta a problemi respiratori o di altra natura può arrivare e punte del 18-20% e mediamente si attesta ad un 4-5%.

L’allevamento di animali in un circuito “chiuso” con una filiera controllata permetterebbe di ridurre di molto i problemi sanitari.

IL PROGETTO RIMONTA

Il progetto di filiera è nato da un’idea della Cooperativa Scaligera (cooperativa di allevatori di bovini da carne socia di Comazoo), radicata nel territorio delle province di Verona, Mantova e Brescia. L’obiettivo è creare un meccanismo virtuoso che valorizzi ogni singolo tassello della filiera e del nostro territorio e che migliori la sostenibilità delle aziende sia dal punto di vista economico che ambientale. Da una parte, gli allevatori di bovini da latte mettono a disposizione le proprie vacche per il trapianto di embrioni di vitelli di razza limousine in purezza; dall’altra gli allevatori di bovini da carne mettono a disposizione un’equipe di veterinari specializzati nella produzione e nel trapianto di embrioni. La Cooperativa Scaligera garantisce il ritiro dei capi da svezzare tra i 30 e i 60 giorni di vita e li porta fino al peso di macellazione.

Valorizzare in maniera equa l’allevamento di bovine da latte rappresenta il primo punto in un’ottica di sostenibilità economica; il vitello deve ritornare ad essere un centro di business. Il vitello non deve essere più visto come un “male necessario per produrre latte”. La valorizzazione del vitello prevede il valore del vitello a bollettino settimanale di Modena “razze pregiate da carne” al quale viene aggiunto un ulteriore premio. Il secondo obiettivo per garantire la sostenibilità economica della filiera è quello di ottenere un prodotto “3I” (Nato, Allevato e Macellato in Italia) sfruttando però una razza tipica francese, dalle ottime performance produttive e di resa alla macellazione, con ottime caratteristiche organolettiche del prodotto.

PRIME VALUTAZIONI

Nel periodo estivo il trapianto embrionale ha dimostrato valori molto interessanti per quel che riguarda il tasso di concepimento. In condizioni di stress da caldo, è stato dimostrato, da una vasta bibliografia, che il trapianto di embrione “già pronto” di 7-8 giorni permette di superare le prime fasi di sviluppo embrionale che normalmente avvengono in utero dopo la fecondazione artificiale e che, in condizioni di stress da caldo, vengono inibite in maniera importante.

Il vitello limousine in purezza ha dimostrato un’ottima facilità al parto (peso alla nascita delle femmine 42-44 Kg e dei maschi 44-46 Kg – 4% di animali con assistenza la parto – 1% di parti distocici / cesareo).

Infine, i vitelli imparano a bere nei primi giorni di vita e non si sono riscontrate difficoltà quali scarsa suzione o altri problemi nell’alimentarsi.

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