di Luigi Galuppini
Qualche anno fa la barbabietola da zucchero era ampiamente coltivata nel territorio bresciano. Negli anni la superficie dedicata a questa coltura è diminuita, ma alcune aziende agricole, seguite da tecnici di CARB, continuano a coltivarla.
In Italia, nel 2024, sono stati 30.000 gli ettari coltivati con barbabietola da zucchero, in crescita rispetto al 2023. Questa coltura è diffusa oggi soprattutto in Emilia Romagna e in Veneto, dove si trovano anche gli impianti di lavorazione, ma viene coltivata anche in altre regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Marche, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Umbria).
L’unica impresa italiana nel settore bieticolo-saccarifero, con la quale collabora anche CARB, è Coprob-Italia Zuccheri, una cooperativa di produttori bieticoli che si occupa di tutta la filiera dello zucchero. Le barbabietole che noi coltiviamo con questa cooperativa hanno una certificazione SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata), attraverso la quale viene effettuato un controllo documentale su tutte le aziende aderenti e un’analisi multi residuale a campione. Siccome si tratta di un settore legato ad una produzione industriale e ad una filiera, gli agricoltori che coltivano o vorrebbero coltivare la barbabietola da zucchero non possono improvvisare, ma devono confrontarsi col loro tecnico di riferimento per valutare fattibilità, disponibilità delle cooperative e richiesta del mercato.
La barbabietola da zucchero, Beta vulgaris, è una pianta del genere Beta, della famiglia delle Chenopodiaceae. Diverse specie fanno parte di questo genere, come ad esempio la bietola da coste, quella da orto e quella da zucchero. Quest’ultima è caratterizzata dall’avere radici che accumulano alti livelli di saccarosio.
La barbabietola da zucchero è una pianta con ciclo biennale, perciò nell’anno di semina rimane in fase vegetativa, sviluppa un lussureggiante apparato fogliare e accumula saccarosio nel fittone che si tuberizza, cioè ingrossa fortemente. Nel secondo anno, dopo aver subito la vernalizzazione, la pianta fiorisce e va a seme.
Le barbabietole coltivate per la produzione di zucchero vengono raccolte alla fine della fase vegetativa e non vanno a seme. La pianta della barbabietola ha un apparato fogliare composto da numerose foglie glabre, di colore verde scuro e forma ovale, sostenute da un picciolo largo e carnoso. Le foglie sono disposte a rosetta. La radice è fittonante e tuberizza, come già accennato, durante la fase vegetativa. La radice matura, sezionata trasversalmente, mostra degli anelli concentrici, e si presenta grossa e carnosa.
La barbabietola da zucchero si semina tra fine febbraio e marzo, quando la temperatura del terreno ha raggiunto i 6°C. In condizioni climatiche buone nell’arco di una ventina di giorni avviene l’emergenza. Nei primi 50 giorni circa la pianta cresce lentamente, ma successivamente sia l’apparato fogliare che le radici crescono in parallelo e più velocemente. Generalmente, nel nostro areale, la raccolta avviene nei mesi di agosto e settembre. Infatti è verso la fine dell’estate che la radice raggiunge il massimo contenuto di saccarosio. Quella della barbabietola è una coltura che viene considerata miglioratrice e ben interrompe la successione dei cereali autunno vernini. Questo perché i residui colturali vengono mineralizzati facilmente e lasciano un terreno in buono stato fisico. Come la maggior parte delle colture, anche la barbabietola necessita di alcuni trattamenti fitosanitari e di alcune fertilizzazioni. In genere si cerca di controllare le malerbe con dei diserbi di pre-emergenza e, se necessario, si interviene una seconda volta con prodotti specifici, a seconda delle malerbe presenti in campo. Particolare importanza hanno i trattamenti fungicidi, che sono necessari per limitare il più possibile la cercosporiosi. Questa è una malattia causata dal fungo Cercospora beticola, che colpisce le foglie provocando piccole macchie necrotiche rotonde, grigie al centro e con un alone bruno intorno. Questo fungo può limitare molto la fotosintesi clorofilliana, perché riduce la superficie assimilatrice e, di conseguenza, può determinare importanti cali produttivi. A volte, se sono presenti insetti dannosi sulle foglie, si rende necessario effettuare un trattamento insetticida. Da un punto di vista nutrizionale questa coltura trae un ottimo vantaggio dalla concimazione organica o, in alternativa, dall’apporto di un concime starter alla semina, contenente fosforo, un elemento fondamentale alla pianta nelle prime fasi di sviluppo. Sono molto importanti anche l’azoto e il potassio. Il primo favorisce alte rese di zucchero, ma non deve essere distribuito troppo tardi o in quantità eccessiva perché potrebbe provocare l’effetto contrario e ridurre o non influenzare la produzione di zucchero. La barbabietola da zucchero viene considerata pianta potassofila, perché il potassio è un elemento fondamentale per il suo sviluppo. Una parte del potassio che la pianta assimila ritorna al terreno attraverso i residui colturali, arricchendolo.
Il cantiere di raccolta viene organizzato dai tecnici Carb e della cooperativa che poi ritirerà il prodotto. I tuberi vengono “cavati” con apposite macchine che in un unico passaggio triturano le foglie, estirpano il tubero, lo scollettano e lo caricano, attraverso un nastro trasportatore, in un cassone. Quando il cassone è pieno le barbabietole vengono scaricate a terra e successivamente caricate su appositi camion per il trasporto verso lo zuccherificio.
Il prodotto principale della barbabietola da zucchero è la radice, dalla quale si estrae il saccarosio in forma cristallizzata. Il prezzo del prodotto viene calcolato in base alla quantità di radici raccolte e al loro grado zuccherino, che viene determinato utilizzando un saccaro densimetro o un polarimetro. In Italia la produzione media si aggira intorno ai 750 qli/H, con un 14% di zucchero. Sottoprodotti industriali sono le polpe fresche esauste e le polpe essiccate, che possono essere utilizzate nell’ambito dell’alimentazione animale o negli impianti di biogas.
PERCHÈ COLTIVARE LA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO?
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