di Michele Orlando
Dal PSR al CSR: cambia il nome, non la volontà di promuovere la competitività sul mercato delle aziende agricole lombarde e la loro sostenibilità ambientale.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti a tutti e tra le attività che rischiano di subirli in maniera più rilevante ci sono senza dubbio quelle che hanno a che fare con la terra e con il clima. Due sono le strategie che le istituzioni e il sistema produttivo dovranno adottare per mitigarli: da un lato, la riduzione delle emissioni inquinanti per contenere il più possibile il riscaldamento globale e, dall’altro, l’adozione di politiche di adattamento per evitare che esso travolga letteralmente le nostre società. È da questi presupposti che dobbiamo partire per capire la direzione intrapresa dall’Unione Europea e il senso delle decisioni adottate, che riguardano diversi settori (dall’industria alle abitazioni, dalla mobilità alle aree naturali), tra i quali non mancano quelli dell’agricoltura e dell’allevamento.
Nella programmazione precedente, ogni regione aveva il proprio Piano di Sviluppo Rurale; oggi invece tutto passa dal Piano Strategico PAC, all’interno del quale sono elencate le diverse politiche di sviluppo rurale. Scompare dunque il PSR con le relative “Misure” e appare il CSR (“Complemento Regionali per lo Sviluppo Rurale”) con le sue “Tipologie di intervento”; la Regione Lombardia ne ha previste poco meno di 30 (vedi il dettaglio sul sito: https://opr.regione.lombardia.it/it/organismo-paga-tore-regionale, nella sezione “PSP 2023-2027 Misure Strutturali”), qui vorremmo richiamare l’attenzione sulla misura SRD01, che riguarda gli “investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole”.
La misura si rivolge agli imprenditori agricoli, singoli o associati, in possesso della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale e che rispettino la Direttiva Nitrati e finanzia in particolare la realizzazione di:
La misura finanzia inoltre l’acquisto di:
La dotazione finanziaria complessiva ammonta a 175.000.000 € e il contributo in conto capitale può variare dal 40% al 60% a seconda dell’ubicazione e delle caratteristiche dell’azienda e non è cumulabile con altri contributi pubblici concessi per i medesimi interventi. La soglia minima di spesa è pari a 25.000 € per le aziende di montagna e a 50.000 € per quelle di pianura, mentre la soglia massima è fissata per tutte a 3.000.000 €. Le domande dovranno essere presentate entro il 9 settembre 2024, ma è prevista l’apertura di una seconda call dal 10 marzo all’8 settembre 2025. Gli interventi dovranno essere realizzati entro 24 mesi.
Fonte: portale Regione Lombardia
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