di Stefano Gennari
INELUDIBILI SFIDE MONDIALI
La crescente consapevolezza delle sfide ambientali e sociali che a livello globale siamo tutti chiamati ad affrontare, qualche anno fa ha avviato un percorso di significativo rafforzamento dell’importanza della finanza sostenibile intesa come introduzione, nelle decisioni finanziarie, di un numero sempre maggiore di considerazioni ulteriori, quindi, al solo profitto. Questa consapevolezza degli impatti generati dalle attività economiche sull’ambiente e sulla società, ha introdotto in finanza obiettivi in termini di allocazione delle risorse finanziarie verso investimenti che generano, oltre che rendimenti finanziari, anche benefici a lungo termine per l’ambiente e la società. Più in generale, i fattori ESG, non solo rientrano ormai a pieno titolo nei requisiti richiesti da molti risparmiatori impegnati nello scegliere tra diverse linee d’investimento, ma sempre più clienti e fornitori operano scelte commerciali e avviano collaborazioni considerando l’impatto ambientale di un’azienda o di un progetto, valutando altresì responsabilità sociale e qualità della governance aziendale.
Approcci considerati innovativi fino a pochi anni fa, rappresentano ormai strumenti ordinari integrati nell’analisi del merito creditizio di molti istituti bancari. Altre misure di credito, ordinario o agevolato, stanziano risorse mirate per “investimenti a impatto”, cui si accede non solo se le finalità dell’azione è coerente con gli obiettivi della misura, ma anche se si risulta in grado di misurare e rendicontare l’impatto sociale o ambientale generato. Saper misurare i benefici tangibili prodotti dall’azione d’impresa rappresenta una competenza sempre più necessaria così come, parallelamente, gli istituti finanziari stanno compiendo progressi per compiere una valutazione accurata delle performance ESG anche prospettiche delle aziende. Gli istituti bancari sono inoltre attenti alla constatazione che le performance delle imprese che per tempo si sono posizionate volontariamente in tale contesto, molto spesso sono divenute eccellenze nel proprio settore e rappresentano clienti appetibili anche in termini di solidità. Proprio in questi giorni si celebrano i primi 25 anni di Banca Etica Società Cooperativa il cui secondo sportello fu aperto proprio a Brescia nel 1999. Se per l’Italia quella fu allora un’iniziativa pionieristica, oggi possiamo constatare che tale istituto, sorto per contribuire a costruire un sistema economico capace di promuovere la giustizia socio ambientale, dopo un quarto di secolo dalla costituzione vanta il tasso di crediti non pagati 3 volte inferiore rispetto alla media del sistema bancario italiano. Forse anche per l’evidente successo di questa iniziativa, specie negli ultimi anni, altri istituti bancari si sono gradualmente organizzati al fine di organizzare al proprio interno divisioni specializzate alla misurazione d’impatto.
LA PROGRESSIVA INTEGRAZIONE NORMATIVA A PARTIRE DAI FATTORI AMBIENTALI, SOCIALI E DI GOVERNANCE (ESG)
L’evoluzione dell’approccio responsabile agli investimenti ha portato, nel 2015, alla definizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). Questi 17 obiettivi vogliono rappresentare un indirizzo verso un futuro migliore, più sostenibile. La promozione della sostenibilità in diversi settori rappresenta anche un importante indirizzo verso un approccio globale responsabile agli investimenti.
ESG è un acronimo che indica i tre fattori principali presi in considerazione nell’ambito degli investimenti sostenibili: l’Ambiente (Environment), gli Aspetti Sociali (Social) e la Governance (Governance). Questi tre fattori sono sempre più utilizzati per valutare le performance (etiche) di un’azienda o di un’organizzazione tale per cui è opportuno.
Tali criteri di valutazione ulteriori a profitto, volti a promuovere e premiare l’impatto positivo dell’impresa sull’economia reale e le esternalità positive generate, hanno visto un rapido sviluppo negli ultimi anni aventi l’obiettivo principale di orientare i flussi di capitale sugli investimenti sostenibili e promuovere la trasparenza di investimenti così da consentire agli investitori scelte responsabili e informate circa le conseguenze a lungo termine.
Proprio l’attenzione da parte del sistema bancario e dei consumatori verso tali temi ha anche prodotto distorsioni adottate da talune imprese impegnate ad intervenire nella comunicazione più che nella sostanza. È il cosiddetto fenomeno washing a cui ci si riferisce quando imprese adottano strategie di comunicazione ingannevolmente positive sotto il profilo sociale, ambientale o di altro tipo, per distogliere l’opinione pubblica dal reale impatto negativo dell’azienda. Al riguardo l’Unione Europea, con la Direttiva ECGT, ha introdotto norme specifiche volte a contrastare le pratiche commerciali sleali associate all’obsolescenza precoce dei beni, le asserzioni ambientali ingannevoli, le informazioni ingannevoli sulle caratteristiche sociali dei prodotti o delle imprese degli operatori economici o marchi di sostenibilità non trasparenti e non credibili. Lo scopo ultimo della Direttiva è quello di promuovere la transizione verde e il corretto funzionamento del mercato interno assicurando che le imprese di forniscano ai consumatori informazioni chiare, pertinenti e affidabili anche sotto il profilo della sostenibilità e che escludano di utilizzare pratiche commerciali ingannevoli laddove non siano assunti impegni chiari, oggettivi e verificabili in un piano di attuazione dettagliato e realistico che include obiettivi misurabili e con scadenze precise.
DALL’ANALISI DELLO SCENARIO ALL’IMPORTANZA PER LE IMPRESE DEL POSIZIONAMENTO STRATEGICO
Più lo scenario è difficile da interpretare, più è importante per le imprese cercare di definirne gli elementi caratterizzanti così da cogliere per tempo i macro-trend e le evoluzioni attese dei mercati di riferimento così da adottare decisioni lungimiranti. Non si può predire il futuro con estrema precisione, ma è certamente possibile individuare e analizzare, in un dato momento, le più importanti tendenze attuali.
Anche per tale ragione, tra le azioni necessarie per definire un corretto posizionamento prospettico aziendale, risulta necessario declinare piani operativi che considerino l’impatto anche nel medio e lungo periodo. La sostenibilità non rappresenta più infatti una scelta, ma un necessario posizionamento aziendale. Anche in queste settimane il settore agricolo è sferzato da aggressive campagne comunicative tese a generalizzare comportamenti inaccettabili agiti da pochi. Anche per questo è opportuno stimolare un ragionamento diffuso volto a promuovere all’interno delle singole imprese una consapevole analisi e conseguente scelta del posizionamento strategico e competitivo consci che le imprese che nel medio lungo periodo prospereranno saranno quelle capaci di contemperare istanze economiche, sociali e ambientali.
Tornando all’attenzione da parte degli istituti bancari analisi dell’impatto ESG è corretto ipotizzare che, nonostante lo sviluppo registrato negli ultimi anni, siamo solo all’inizio di un processo che porrà il contestuale raggiungimento degli obiettivi in termini di sostenibilità economica, finanziaria ed ESG quale unico imprescindibile elemento di valutazione (ed accettazione aziendale) che quindi definirà l’esistenza stessa dell’impresa anche nei confronti del sistema finanziario.
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