di Lorenzo Zanchi
La prospettiva di medio termine (2035) pubblicata dalla Commissione Europea per il settore agricolo dell’Unione si colloca in un quadro geopolitico ed economico di elevata incertezza, che rende complesso elaborare previsioni macroeconomiche per i prossimi anni. Tuttavia, si prevede che il settore agroalimentare europeo prosegua nel solco delle tendenze registrate negli ultimi anni, influenzate dalla convergenza di diversi fattori, tra cui l’aumento dei costi di produzione, l’impatto dei cambiamenti climatici – sia sulla disponibilità delle risorse naturali che sulle rese produttive – la concentrazione aziendale e, inoltre, il cambiamento dei modelli di consumo dei cittadini, orientati sempre più verso la transizione da proteine animali a proteine vegetali.
TENDENZE MACRO
In generale si prevede, da qui al 2035, un rallentamento della crescita della produzione agricola dell’Unione, a causa sia dell’impatto dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi sulle rese produttive sia dell’aumento dei costi di produzione, previsti in crescita a un tasso medio annuo dello 0,7%.
In particolare, l’aumento dei costi di produzione riguarderà soprattutto i mangimi e la componente dei servizi.
A fronte di questi fattori, le prospettive indicano un aumento del valore della produzione agricola comunitaria, a un tasso medio annuo di crescita dell’1,2% fino al 2035. Di conseguenza, si prevede un aumento del valore aggiunto e del reddito nominale, quest’ultimo per un tasso medio annuo dello 0,8%.
In termini reali, tuttavia, le prospettive indicano un generale calo dei redditi nei prossimi anni.
In relazione all’aspetto della sostenibilità ambientale delle produzioni agricole e zootecniche, le tendenze prospettano un’ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra da parte del settore agricolo comunitario, grazie soprattutto alle performance del comparto zootecnico.
La somma di superfici agricole e forestali rimarrà sostanzialmente invariata entro il 2035, anche se si osserveranno dei cambiamenti relativi tra le diverse classi e le diverse colture: nel dettaglio, le prospettive indicano un calo della superficie destinata a seminativi e prati permanenti, a fronte di un aumento dell’area forestale e del set-aside.
Relativamente stabile, invece, la superficie destinata a colture permanenti e foraggere.
CEREALI
Riguardo i cereali, si prevede, per il 2035, una generale stabilità delle rese rispetto al periodo 2021-23, con un aumento che riguarderà il mais (+ 4,5% complessivo) e l’orzo (+ 1,4%) – dovuto soprattutto alle basse rese registrate negli anni di riferimento – e un leggero calo relativamente al frumento (-0,1%). Sul fronte delle superfici, è previsto un calo generale dell’area destinata a cereali, soprattutto a causa del forte calo che riguarderà l’orzo, a fronte di una leggera crescita per mais e frumento. Di conseguenza, si prospetta un aumento di produzione di frumento tenero (+0,1% annuo), duro (+0,1%) e mais (+0,2%), a fronte di una riduzione dello 0,3% all’anno di orzo, per una crescita produttiva complessiva del settore cerealicolo, al 2035, di circa 1,4 milioni di tonnellate rispetto al 2021-23.
OLEAGINOSE E PROTEICHE
Il calo delle superfici cerealicole sarà compensato da un aumento delle aree destinate a legumi e soia. Anche per le oleaginose e le colture proteiche si prevede una sostanziale stabilità delle rese e un aumento dei volumi di produzione, guidato sia dai sostegni comunitari che dalle maggiori richieste dei consumatori per questa tipologia di prodotti. A eccezione della colza, per cui si prospetta un calo della produzione dello 0,3% annuo, si prevede un forte aumento produttivo per la soia (+ 2,3% annuo) e una crescita del girasole (+ 0,2%).
CARNE
Anche se la principale fonte proteica sarà ancora rappresentata dai prodotti di origine animale, si osserverà un generale calo della produzione comunitaria di carne, a eccezione del pollame. Nel dettaglio, le tendenze indicano un aumento della produzione di carne di pollo a un tasso dello 0,4% annuo, a fronte di cali che riguarderanno la carne bovina (-0,7% annuo), suina (-0,8%) e ovicaprina (-0,2%).
LATTIERO-CASEARIO
Riguardo il latte, si prospetta una crescita della produttività dello 0,9% da qui al 2035, anche se a tassi dimezzati rispetto agli ultimi anni, che hanno visto un aumento della produttività, a livello comunitario, pari all’1,8% tra il 2013 e il 2023.
La riduzione prevista del numero di allevamenti e di animali, tuttavia, porterà a un calo dello 0,2% annuo dei volumi di latte consegnati, in controtendenza rispetto all’aumento della produzione comunitaria dell’1,1% registrato negli ultimi dieci anni.
In relazione ai derivati, si prevede un aumento dei volumi soprattutto per i formaggi e per il siero in polvere (+0,3% annuo per entrambi), a fronte di un forte calo del latte intero in polvere (-1,6% annuo). Riguardo il mercato interno dell’Unione, si prevede che il consumo pro-capite di prodotti lattiero caseari rimanga sostanzialmente stabile entro il 2035, anche se si prospettano cambiamenti nei modelli di consumo, che favoriranno soprattutto prodotti a basso contenuto di grassi e zuccheri e senza lattosio. In particolare, si prevede un calo nel consumo di latte alimentare.
Sul fronte delle esportazioni, si prevede che l’Unione Europea mantenga stabili i propri volumi di prodotti esportati, nonostante un aumento dell’autosufficienza da parte dei partner storici. Nel dettaglio, la minore richiesta di polveri da parte dei paesi extraeuropei dovrebbe essere compensata da maggiori richieste di formaggi e burro. Secondo le prospettive della Commissione, nel 2035 l’Unione sarà, insieme alla Nuova Zelanda, ancora il principale esportatore globale di prodotti lattiero caseari, contando per il 24% dell’export globale. Infine, si prevede che i prezzi dei prodotti lattiero caseari proseguano nella crescita, dopo il calo nel primo semestre del 2023 a seguito dei massimi storici del 2021/22. La spinta dell’inflazione consentirà di mantenere i prezzi del latte crudo alla stalla sopra i livelli pre-2022, mentre ci si attende che i formaggi vedano l’aumento di prezzo maggiore, tra tutti i prodotti lattiero caseari, seguiti dal burro e dal latte scremato in polvere.
ACADEMY: IMPRENDITORI PER IL FUTURO
L’Academy per gli imprenditori del futuro Un corso per
LeggiCommercializzazione di prodotti agricoli e alimentari
Commercializzazione Di Prodotti Agricoli Ed Alimentari Art.62 Luglio 2022
LeggiLA CURA: RISPOSTE DAL SISTEMA
di Gabriele De Stefani | in collaborazione con Stefano Gagliardi,
LeggiCrisi Energetica
Crisi Energetica Effetto Costi Prod Latte Vaccino 20 Set 2022b
LeggiPASSIONE E PARTECIPAZIONE
Grandi avvenimenti per “noi del CIS” in questi mesi. Abbiamo
LeggiNOVITÀ FISCALI PER LE IMPRESE AGRICOLE
NOVITÀ FISCALI PER LE IMPRESE AGRICOLE Di Monica Facchetti NESSUNA
LeggiVERSO PIÙ VASTI ORIZZONTI
LEVARE LO SGUARDO VERSO PIÙ VASTI ORIZZONTI di Marco Baresi
LeggiINSIEME PER NUTRIRE IL FUTURO
TRA STORIA, EVOLUZIONE ED OBIETTIVI. LA NOSTRA STORIA Erano
LeggiNON SORGO, MA SORGI
NON SORGO, MA SORGI di Simona Bonfadelli Da anni seminiamo
LeggiAgricoltura e Zootecnia tra ambiente e benessere animale.
LA PAROLA AL SOCIO - Alberto Decò: Socio dell'Azienda Agricola
LeggiCis Consorzio Intercooperativo Servizi - C.F. e P.IVA 01797760988 - Preferenze sulla privacy - Privacy Policy - Cookie Policy - Crediti: Linoolmostudio