Partecipazione e responsabilità

di Francesco Vassalli

Si è svolta a Trieste, dal 3 al 7 luglio, la 50° «Settimana Sociale dei Cattolici in Italia» quest’anno sul tema «Al cuore della democrazia. Partecipare tra Storia e Futuro». La manifestazione, aperta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e chiusa dall’intervento di Papa Francesco, ha riunito oltre mille delegati da Diocesi, movimenti, associazioni e realtà concrete definite «Buone pratiche» che testimoniano modalità di partecipazione, che rinsaldano i legami sociali, valorizzano il ruolo delle persone e rendono viva e concreta la democrazia. 

Tra i delegati anche Marco Menni, Vicepresidente vicario di Confcooperative Nazionale: «è un evento eccezionale – ha sottolineato nel suo intervento – quattro giorni di riflessione di laici, rappresentanti delle associazioni su cos’è la democrazia. Una provocazione che obbliga noi, come cooperazione, a parlare e portare testimonianze. Il tema della partecipazione, della responsabilità pro-positiva è un messaggio che portiamo in un documento dove ci sono dei dati e i 7 principi della cooperazione, ritenendo che i principi che regolano la cooperazione alla partecipazione delle persone sui territori sono un passaggio che contribuisce alla costruzione democratica di un paese». Sottolineando il legame importante che collega la democrazia e il mondo della cooperazione, Menni ha parlato anche di Economia sociale, «un’azione economica di impresa straordinaria – ha spiegato – che non è stimolata da un atteggiamento privatistico con l’obiettivo di avere un profitto, ma che nasce da un bisogno individuale per dare risposte a bisogni collettivi». L’ha detto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso inaugurale rivolgendo il suo invito alla platea «a perseguire il bene non nell’interesse della maggioranza, ma di tutti e di ciascuno».

Chiamato a inaugurare la manifestazione, il Capo dello Stato ha sottolineato che «la democrazia è un valore. Gli uomini liberi ne hanno fatto una bandiera. È, insieme, una conquista e una speranza» e che «ogni generazione, ogni epoca, è attesa alla prova della “alfabetizzazione”, dell’inveramento della vita della democrazia. Prova, oggi, più complessa che mai, nella società tecnologica contemporanea. Ebbene, battersi affinché non vi possano essere “analfabeti di democrazia” è una causa primaria, nobile, che ci riguarda tutti. Non soltanto chi riveste responsabilità o eserciti potere. Per definizione, democrazia è esercizio dal basso, legato alla vita di comunità, perché democrazia è camminare insieme».

A chiudere la settimana l’intervento di Papa Francesco: «la democrazia è partecipazione e la partecipazione non si improvvisa: si impara da ragazzi, da giovani, e va allenata, anche al senso critico rispetto alle tentazioni ideologiche e populistiche». Non manchi «al laicato cattolico italiano questa capacità di organizzare la speranza. Questo è un compito vostro. La pace e i progetti di buona politica possono rinascere dal basso. Perché non rilanciare, sostenere e moltiplicare gli sforzi per una formazione sociale e politica che parta dai giovani? Perché non condividere la ricchezza dell’insegnamento sociale della Chiesa? Tutti devono– ha concluso – sentirsi parte di un progetto di comunità, nessuno deve sentirsi inutile».

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