di Sabrina Beffa
Sabrina Beffa, giovane imprenditrice del settore zootecnico di Calvisano (BS) insieme al papà e al fratello gestisce la Società Agricola Guerino di Pierantonio e figli fondata nel 1980 dal nonno. Socia di Agrilatte e delle Cooperative del sistema CIS, conferisce il latte della propria azienda per la produzione di Grana Padano.
“Non avrei mai immaginato che il mio futuro potesse essere nel cortile di casa mia.”
COSA TI HA PORTATO A LAVORARE NELL’AZIENDA DI FAMIGLIA?
Ho studiato per diventare perito aziendale indirizzo lingue estere con l’aspettativa di diventare una giovane segretaria o impiegata, non immaginavo di lavorare nell’azienda di famiglia. Mi sono diplomata nel 2014 per poi lavorare in un negozio come dipendente dove credevo di aver trovato il mio posto nel mondo. Dopo un anno di lavoro percepisco che la situazione nell’azienda fondata dal nonno e gestita in autonomia da mio padre, diventa insostenibile, sia per l’operatività richiesta sia per il peso della responsabilità gestionale.
Nel 2017 mio padre arrivò ad un punto dove ripeteva sempre più spesso che, piuttosto di continuare con quel ritmo, avrebbe smesso l’attività. Questo mi fece riflettere. Ero davvero disposta a vedere svanire l’azienda che da generazioni la mia famiglia aveva portato avanti con sacrificio? La mia reazione istintiva è stata: “piuttosto ti aiuto io”.
Dal 2018 inizio quindi a lavorare con papà e nel 2019 entro in società. Anche mio fratello, terzista dipendente, dopo il cambio di visione dell’impresa di famiglia, percepisce un terreno fertile dove tornare a lavorare, così dal 2023 inizia ad occuparsi della parte agronomica. Il mio ruolo in azienda è diventato quello della gestione della produzione zootecnica, oltre a sporcarmi le mani mi occupo anche della parte contabile quindi fatture, rapporti con le banche e gestione dei fornitori.
Nella nostra quotidianità ci sono visioni differenti, mentalità contrastanti anche all’interno della stessa generazione, e per questo tengo molto alla condivisione, alla positiva contaminazione di esperienze che devono essere trasmesse soprattutto alle nuove generazioni. Non è facile ma è soddisfacente fare questo lavoro, soprattutto condividerlo con il proprio nucleo familiare; senz’altro è ancora più gratificante per mio padre, che dopo un periodo buio oggi lavora supportato dai suoi figli nell’azienda fondata da mio nonno, ma oggi anche mio papà ricopre questo ruolo, “il nonno”.
Infatti nel 2021 divento mamma di Eva che, sin dai primi mesi di vita è cresciuta a contatto con la natura e con gli animali. Sono tre anni che mi segue in azienda e prova a suo modo a darsi da fare. La nostra routine insieme inizia dando il latte ai vitelli, prosegue condividendo il sedile del telescopico e partecipando a tutte quelle attività meno pericolose. Non la forzo a passare del tempo con me mentre lavoro, lo fa volentieri e quando si stanca la nonna è sempre disponibile per darmi una mano. Grazie alla mia mamma infatti, riesco ad organizzare la giornata e gestire sia la piccola Eva che l’attività; è proprio grazie a questo sostegno che provo ad essere una brava mamma nonostante svolga un lavoro che richiede molto impegno ed energie. Ad Eva sento di poter trasmettere dei valori importanti, come la passione, la costanza della cura, la determinazione e il sacrificio, tutte cose utili per raggiungere qualsiasi obiettivo vorrà porsi nella sua vita.
SECONDO TE, COME SI PROSPETTA IL FUTURO DELL’AGRO ZOOTECNIA?
Il futuro lo vedo incerto, percepisco che il nostro settore è molto soggetto a variabili, il mercato è caratterizzato da fattori che causano una fluttuazione dei costi di produzione che non sempre sono proporzionali al valore del latte. Anche se la forbice dei costi di produzione e di vendita spesso si assottiglia, bisogna affidarsi alla passione per proseguire il proprio lavoro con costanza, perché è grazie a questa che i sacrifici pesano meno.
Questo lavoro necessita di aggiornamenti, bisogna stare al passo con le esigenze del mercato richieste dal settore. Adotto la filosofia che noi operatori del mondo zootecnico, dovremmo essere i primi promotori del dialogo con i consumatori; infatti faccio parte di quella fetta di allevatori per le “aziende aperte”, prima che le persone traggano congetture additando, dovrebbero venire a trovarci per approfondire il nostro reale lavoro.
COSA DIRESTI AD UN GIOVANE AGRICOLTORE E AD UNA GIOVANE IMPRENDITRICE?
Dico di metterci tutta la passione del mondo, con la passione si possono raggiungere traguardi inaspettati, i problemi saranno una costante, ma con la passione diventano un fattore irrisorio. Percepisco una rassegnazione da parte di altri imprenditori agricoli della mia generazione che magari vivono passivamente l’azienda dei genitori. A loro dico che bisogna porsi degli obiettivi anche a lungo termine e lottare e, se serve, scontrarsi e confrontarsi. I miei obiettivi sono l’accrescimento delle competenze, investire su nuove strutture sia per la lattazione che per la rimonta, la predisposizione di nuovi robot.
Le donne possono fare tutto, lo vedo su me stessa e lo vedo su altre donne che mi circondano; la donna non si pone dei limiti e si impegna al lavoro tanto quanto si impegna poi a casa la sera. Il mondo sta uscendo dall’ottica del ruolo e del lavoro attribuito al genere, basta la passione e la dedizione, il resto viene da sé.
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